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Come mi ero promesso, stamattina sono andato a Milano a comperare un po’ di attrezzatura nuova,ma sono rientato subito, come se avessi paura che l’atmosfera triste mi risucchiasse nei marciapiedi, l’intento è quello di svecchiare un po’ quello che possiedo, e di concentrare sforzi economici su di un paio di nuovi fondali colarati e di un flash e di un pannello riflettente oro/argento che mi possano ridare un po’ di passione perduta.
Milano è gia’ vestita da stronza, una città vecchia e cupa che si copre di sole ,soltanto quando fa piacere a lei, oggi per esempio, il sole filtrava tra i pochi alberi rimasti, e la cosa piu’ assurda è che veniva fuori anche una luce abbastanza bella, ma non sfruttata dai colori della città.
Le donne camminano veloci mostrando al mondo il loro livello d’abbronzatura, come se fosse un trofeo di guerra, una conquista, poi se ti guardi attorno sono tutte piu’ o meno abbronzate alla stessa maniera, e vestite con gli ultimi abiti corti della stagione, si lanciano occhiate di traverso l’una con l’altra e si guardano specchiate nelle vetrine dei negozi.
Mi chiedo perché questa ricerca dell’abbronzatura, oddio anche a me non piace risultare pallido, per fortuna la mia carnagione ha un paio di toni piu’ scuri della maggior parte di quelli che conosco, ma credo che l’abbronzatura sia un modo indiretto ed inconsapevole di voler essere di colore.
I maschi invece sono già quasi tutti stressati, a loro l’abbronzatura non importa molto, stanno pensando che tra poco arriverà l’autunno e dovranno fare i conti con il non sole della città e il lavoro e i cicli mestruali delle loro mogli/fidanzate/amanti.

Ma non voglio cominciare la stagione di questo blog con descrizioni negative di cio’ che mi arriva agli occhi, voglio che rimangano il piu’ a lungo possibile nella mia testa le immagini di un estate che è andata piu’ che bene, ricordo con piacere le lunghe serate/nottate passate con gli amici di sempre, e con quelli nuovi, ricordo alexia e i suoi seni irlandesi che stavano perfetti nelle mie mani chiuse, si muovevano come gelatina di more su un piatto di ceramica, ho ancora in circolo qualche goccia di mojito e il profumo degli ulivi grechi sulle magliette, che ro’ dovro’ decidere prima o poi di lavare.